Dal punto di vista climatico la 2020 è sicuramente annoverata fra le annate calde con un periodo siccitoso dal 17 giugno al 2 di agosto, ma vederla solamente come un’annata calda sarebbe fuorviante per il risultato che poi si ritrova in bottiglia. Analizzando nel dettaglio l’annata climatica nel suo insieme e prendendo in esame anche l’autunno del 2019, momento fondamentale per l’immagazzinamento delle riserve idriche possiamo evidenziare i seguenti aspetti:
• Dal 1° ottobre 2019 al 31 dicembre 2019 si sono registrati 600 mm di pioggia (che si sono uniti ai 115 mm caduti dal 01 gennaio 2020 al 31 marzo 2020) che hanno creato un serbatoio idrico affinché la pianta potesse tranquillamente resistere alle condizioni di siccità che sono registrate nel periodo centrale dell’estate (metà giugno/luglio).
• L’inverno è stato caratterizzato da temperature moderatamente rigide ma comunque con almeno il 35% dei giorni nel periodo dal 01 gennaio al 31 marzo con temperature sotto lo zero, condizione ottimale per una pulizia delle piante da patogeni e per una corretta ripresa vegetativa della pianta, che è stata regolare e non anticipata.
• Nel mese di aprile e maggio le piogge sono state concentrate in solamente 5 giorni di aprile e 6 giorni di maggio apportando in totale ulteriori 100 mm di pioggia come riserva; questa situazione è stata ottimale per il controllo delle malattie fitosanitarie permettendoci di ridurre al minimo il numero dei trattamenti con rame e zolfo.
• Negli ultimi 10 giorni di maggio fino all’inizio di giugno l’assenza di pioggia e le ridotte bagnature fogliari hanno favorito una fioritura regolare ed omogenea.
• Da metà giugno fino alla fine di luglio c’è stato un periodo con assenza di piogge dove le temperature massime si sono mantenute fra i 28 ed i 31 gradi circa favorendo grazie alle ottime riserve idriche uno sviluppo della pianta regolare e continuo.
• Solamente nei giorni fra la fine di luglio ed inizio di agosto c’è stata un’ondata di caldo più intensa dove le temperature hanno superato i 35 gradi con punte massime di 39 gradi in 7 giorni, e dove abbiamo protetto le nostre piante con l’uso di schermanti naturali per evitare bruciature.
• Le piogge di inizio agosto hanno interrotto il periodo di caldo intenso portando refrigerio e un abbassamento delle temperature che sono tornate quelle proprie delle medie stagionali.
• Il caldo fra la fine di luglio e l’inizio di agosto ha rallentato l’evoluzione dell’invaiatura, condizione che si è poi rivelata fondamentale per proteggere i frutti da eventuali scottature.
• I 40 mm di pioggia caduti il 30 ed il 31 di agosto hanno definitivamente ri-equilibrato la pianta dandogli quella spinta necessaria per una corretta maturazione fenolica e attivando la fotosintesi delle foglie.
• Le grandi escursioni termiche di cui si riporta sotto un dettaglio che si sono presentate nei 30 giorni prima della vendemmia hanno favorito il mantenimento di buone acidità favorendo un