I recently gathered with an intimate group of avid wine lovers to sample 6 of the highest rated collector reds from the celebrated 2010 vintage. Below, please find each selection, including the retail release price and most recent rating. This tasting was particularly exciting because 2010 is one of the rare years that each of the top regions in the northern hemisphere delivered superb quality. This set a relatively level playing field for our festive competition. Each selection had been previously rated 97 – 100 points by a leading source and was just entering its prime drinking window according to our judges. Per the normal process, each competitor was sampled blind to remove any risk of bias due to brand or price recognition. Finally, each participant was allowed to sample each of these red wine treasures twice to remove any bias due to order.
The surprise winner was the Canalicchio Brunello di Montalcino Riserva 2010, which also happened to be one of the least expensive bottles. This was particularly unexpected since most of the oenophiles participating are primarily focused on Napa reds. I personally rated this majestic Brunello “perfect 100” points (also rated 99 points by Robert Parker’s Wine Advocate) noting the immaculate balance, majestic balance of dark fruit, plush oak, and velvety tannins. When I revealed the results, our audience was unanimously astounded racing to grab another sip of the Canalicchio before we commenced our hearty steak dinner. Several members of our thirsty group proclaimed this Brunello the finest Italian wine they had ever sampled. For the record, the second and third place finishers were Colgin and Angelus. Given the worldwide acclaim and ‘Cult’ collector status of both of those legendary wines (particularly for 2010 releases) our sampling panel was less surprised by this announcement (but equally eager to re-sample!).
I hope this will inspire all curious collectors to organize their own multi-region tasting focused on favorites from a single vintage. Regardless of the price or rating of the selections I believe this is a unique methodology to identify regional distinctions and have great fun!
NAPA (United States)
Colgin Cabernet Blend Tychson Hill 2010 $500 99 points CWA
OVID 2010 $250 98 points RP / 100 points CWA
BORDEAUX (France)
Chateau Angelus St. Emilion Grand Cru Classe A 2010 $499 – 99 points CWA
Chateau Leoville Las Cases St. Julien 2010 $315 – 99 WS
TUSCANY (Italy)
Canalicchio Brunello di Montalcino Riserva 2010 $139 99 RP
Fontodi Flaccianello Tuscany 2010 $129 97 RP
“Sto rovesciando l’azienda di papà come un calzino”. Tommaso Cortonesi è a cena al ristorante Il Giglio, nel cuore di una silenziosa Montalcino. Con lui ci sono altri sei giovani vignaioli. Sono la meglio gioventù del Brunello.
Età media 27 anni. Ogni settimana si incontrano, stappano bottiglie proprie e altrui, discutono sui vini, si scambiano consigli per vigne, cantine, mercati. E, come tutti i ragazzi, si prendono in giro, raccontano scorribande, inseguono sogni (un premio, un viaggio, una notte magica). Hanno idee chiare, anche in contrasto con quelle di padri, nonni, zii. Vivono le emozioni di Simon Tolkien, nipote dell’autore del “Signore degli anelli”: lui si è sentito prima protetto dalla “saggia benevolenza” del nonno, poi oscurato. Finché, diventando anch’egli scrittore, quindi “seguendo le orme” del nonno, è “uscito dalla sua ombra”.
La stanza in cui si ritrovano i sette ragazzi è accanto alla “sala dei fattori” in cui i loro nonni si incontravano ogni venerdì a pranzo. C’erano Primo “Baffino” Pacenti, Giovanni Neri, Alfo Bartolommei, tra i pionieri del super rosso di Montalcino. La generazione successiva è stata meno coesa, lasciando deserta la “sala dei fattori”. Con l’ultima si è tornati all’era dell’amicizia, come in passato.
Eccolo il nuovo gruppo: Giovanni Neri, 25 anni, con il fratello Gianlorenzo, 22, di Casanova di Neri; Francesco Ripaccioli, 30 anni, di Canalicchio di Sopra; Giacomo Bartolommei, 25 anni, di Caprili; Amedeo Cencioni, 30 anni, di Capanna; Tommaso Cortonesi, 31 anni, di Cortonesi, e Sebastian Nasello, 29 anni, senese, che non lavora nella cantina famigliare ma a Podere Le Ripi di Francesco Illy. Tutti hanno ruoli importanti, conquistati con energia e idee.
Alla tavola del Giglio i ragazzi portano le bottiglie delle annate di Benvenuto Brunello, la maxi degustazione che richiamerà esperti e professionisti da tutto il mondo, dal 17 al 20 febbraio. Si assaggiano i Brunello 2012 e i Rosso 2015 (Le Ripi si distingue con il Rosso 2012, perché dall’inizio punta molto sull’evoluzione del fratello minore del Brunello). “La qualità media del 2012 si è alzata”, commenta Cortonesi, dinamico vice presidente del Consorzio del Brunello. “Difficile trovare una bottiglia sbagliata, c’era ansia da prestazione dopo i riflettori sull’annata 2010, ma l’obiettivo è stato centrato”, aggiunge Ripaccioli, capace di riconoscere alla cieca, dopo tre ore a degustare (nonostante mal di denti e antibiotici), un Brunello Talenti del 1997.
I ragazzi raccontano le loro storie. Percorsi simili: fatti di irruenza, litigi, riappacificazioni in famiglia. Temi ricorrenti: diminuire le rese in vigna, selezionare le uve, puntare sui cru, introdurre nuova tecnologia e recuperare pratiche tradizionali. “E’ stato uno scontro totale – ricorda Cortonesi – ho cambiato perfino il nome dell’azienda. Ma alla fine i risultati sono arrivati e ho avuto carta bianca”. “E’ capitato anche a me e ne ho sofferto – rivela Bartolommei, grandi occhiali con montatura nera da intellettuale – poi tutti hanno capito che cambiare porta risultati. Così abbiamo da poco costruito una nuova cantina”. “Quando sono arrivato in azienda si vendeva parte delle uve, ora sarebbe impensabile – fa un esempio Ripaccioli – con mia sorella e mio fratello abbiamo valorizzato i nostri vini”. “Se parlavo dei miglioramenti possibili mi guardavano male, ci sono stati conflitti, alla fine l’ho spuntata”, racconta Cencioni, capelli lunghi e ricci da chitarrista rock, figlio di Patrizio, il presidente del Consorzio. Concordano tutti, anche i fratelli Neri, l’instancabile e ironico Giovanni e la pacata mascotte del gruppo Gianlorenzo : “E’ stata superata la paura del cambiamento”.
Sul futuro di Montalcino, la squadra ha una voce sola. La prima mossa? “Alzare i prezzi, arrivare a un minimo di 45 euro per un Brunello. Una cassa costa quanto una bottiglia di Borgogna”. Poi “migliorare l’accoglienza, la ristorazione e l’ospitalità alberghiera”, per favorire l’enoturismo. Così si può “comunicare meglio il territorio”. Quindi “impegnarsi di più per la sostenibilità” e avere la forza di “non fermarsi mai, perché sbaglia chi pensa che va bene così perché si vende comunque”. Con una postilla di Sebastian, fisico da rugbista e l’idea di “un posto fisso da netturbino subito scartata quando mi sono innamorato del vino”: “Serve più integrazione – dice – stanno arrivando molti ragazzi da tutta Italia, enologi ed agronomi, è una fucina di talenti, ma è difficile entrare nella vita di paese”.
Sorrisi, battute, nessuna rivalità, spiriti leggeri di ragazzi che girano il mondo a vendere i loro vini e si ritrovano nel borgo. “Abbiamo organizzato una cena con 15 grandi vini francesi, abbiamo avuto il doppio di adesioni previste di ragazzi, nonostante il costo elevato”, racconta Giovanni Neri. Il rito delle cene dei giovani vignaioli si allarga. Così cresce, seguendo le orme di famiglia, ma senza restare nell’ombra, la meglio gioventù del Brunello.
Luciano Ferraro - Caporedattore Corriere della Sera
Articolo pubblicato su www.divini.corriere.it